Io resto a casa
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Io resto a casa, come ci suggeriscono. [?????]
Nelle nostre giornate in casa, passando dalla sedia del tavolo in cucina o in cameretta, al comodissimo divano davanti alla tv [???] o davanti al camino, tra libri da leggere, faccende casalinghe e chiacchierate in famiglia o al telefono o via chat, c’è certamente tempo per riflettere.
Io resto a casa.
Inutile rammentare i danni che questo virus [???] sta portando alla salute di molti, al sistema sanitario che si vede costretto [???] a volte a dover fare una scelta tra chi curare e chi lasciar morire, al crollo inevitabile dell’economia del nostro e di altri paesi e altro ancora.
Ci sono però anche inevitabili cambiamenti positivi, derivanti dal fatto che l’essere umano è capace di trovare risposte di sopravvivenza quando ridotto allo stremo delle forze. Perché quando tutto sembra andare a rotoli, l’uomo si ingegna e trova risposte.
Tanto altro segue un andamento fisiologico o come conseguenza naturale del danno, basta pensare a quanto il clima stia beneficiando da questo stop collettivo e quasi totale; sembra che i cieli stiano schiarendosi, che le acque stiano purificandosi e che l’aria stia diventando sempre più respirabile;
lo stop imposto [???] a un gran numero di fabbriche e le automobili ferme quasi nella loro totalità ne sono l’unica e certa causa;
si pensi anche a quanto le famiglie stiano necessariamente reinventandosi momenti da vivere insieme dal momento che le scuole, molti uffici e numerose attività commerciali sono stati costretti a chiudere;
riscopriamo il telelavoro e lo smart working di cui da un po’ si stava già parlando come lavoro del futuro;
ci stiamo riappropriando del nostro tempo,
quello che tutti abbiamo perso correndo dietro a impegni di lavoro e frenetica routine.
Ho sempre creduto nella filosofia taoista del bianco e del nero, del tutto esiste perché esiste il suo contrario, il suo opposto; ogni crisi produce ferite e dolore ma al contempo risveglia capacità inimmaginabili, alternative di sopravvivenza e di crescita sia individuale che sociale.
Chissà quale sarà il messaggio che questo spaventoso [???] virus vorrà darci, che sia un avvertimento? Perché non abbiamo dato ascolto alle passate epidemie? E se l’abbiamo fatto, in che modo?
Questo virus che ci tiene a casa, che di certo non arriva inaspettato per tanti [???], sarà un modo per frenare le idiozie e rilanciare un po’ di buonsenso e gentilezza, caratteristiche che abbiamo perso senza neanche avvertirne i rischi, finendo dentro i nostri stessi errori, la nostra mancanza di rispetto a 360°, l’incapacità di dare ascolto agli eventi o la carenza di memoria, rimanendone invischiati fino al collo.
Io resto a casa
e una cosa è certa, finita questa crisi saremo tutti diversi, di certo disposti a migliorare la qualità della nostra vita, a recuperare il valore delle relazioni [???] e degli affetti [???] , a rispettare l’ambiente in cui viviamo e che stiamo deturpando senza pietà, a dare un senso alla ragione per cui stiamo in questo mondo e capire e valorizzare cosa, ognuno di noi, è chiamato IN QUESTA VITA a fare per se stesso, per gli altri e per il posto che ci ospita.
Me ne sto a casa, sempre in contatto con miei amici [???] e i miei allievi per invitarli a prendersi del tempo per profonde e personali riflessioni, con la speranza che lo facciano davvero ……….. e che sia “questa” una epidemia,
e intanto vivo il piacere del mio tempo, arricchendomi con quelle letture e quei corsi di formazione e aggiornamento online lasciati in stand-by da troppo tempo e aspetto di assistere al cambiamento [???] che ci sta costando tanto ma che arriverà per ognuno di noi.
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