Si definisce “educatore” chi contribuisce alla crescita umana della persona. Educatori per eccellenza sono quindi i genitori ma anche gli insegnanti, gli istruttori, gli assistenti, gli allenatori, ecc.
“Un educatore ha successo se riesce a entrare in sintonia con la volontà di crescita dell’educando”. Eccellenti nel settore sono stati il sacerdote Giovanni Bosco (1815 – 1888) e il medico e educatrice Maria Montessori (1870 – 1952). Il primo ideò il “metodo preventivo” che si basa sui tre principi della ragione, religione, amorevolezza, e invita l’educando a sperimentare difficoltà adeguate al suo momento di crescita; la seconda elaborò il noto metodo che prende il suo nome che si fonda sul principio fondamentale della libertà dell’allievo ritenendo che solo valorizzando e rispettando spontaneità e autenticità può emergere la libera creatività. Entrambi cercano di definire cosa va fatto per educare al meglio, ma le cose da fare sono così tante e così varie che ognuno le legge, le interpreta e le usa come crede sia meglio; il ruolo dell’educatore non si può definire in un concetto, non si può scrivere un decalogo del buon educatore, un elenco di cose da fare valido per tutti. Il compito dell’educatore è “aprire porte”, lasciare intravedere cosa c’è oltre ogni porta e aspettare che i giovani scelgano attraverso quale o quali vogliono passare.
Personalmente per ogni quesito che mi sono posta nel mio ruolo di educatrice, ho sempre trovato risposte relative a cosa assolutamente va evitato. Perché è più immediato definire cosa non adottare mai, piuttosto che buttare giù un elenco di ciò che sarebbe adatto fare. Sembrerà riduttivo ma è già un buon punto di partenza.
Come non citare Fichte, autore di “La missione del dotto”, una raccolta di lezioni universitarie nelle quali egli individua nell’intellettuale, il dotto appunto, la guida per raggiungere la perfezionamento come obiettivo comune dell’umanità.
Rivolgendosi ai suoi giovani studenti, disse:
“Voi giovani siete a vostra volta destinati a operare potentemente sull’umanità, a diffondere un giorno in una cerchia più o meno larga, sia con l’insegnamento che con l’azione, sia in entrambi i modi, la cultura che voi stessi avete ricevuta e così a innalzare beneficamente, per ogni dove, i nostri comuni fratelli a un grado più elevato di cultura; e io ora, operando per la vostra formazione spirituale, contribuisco probabilmente all’educazione di milioni di uomini ancora non nati”
Questa citazione la dice lunga sull’importanza dell’azione educativa di un “educatore” e della responsabilità che è nelle sue mani. Una azione educativa che avrà le sue inevitabili ripercussioni sulle generazioni future.
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