Camminare e apprendere
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Camminare fa bene, lo sanno tutti che fa bene al corpo e alla mente, ma lo facciamo sempre meno; lo fanno sempre meno anche i nostri bambini, i giovani in pre-adolescenza e anche gli adolescenti.
I ritmi frenetici del momento, le abitudine sedentarie che occupano gran parte del nostro e del loro tempo, ma anche le distanze non ci consentono di rallentare e di prenderci il tempo, per esempio, di arrivare al lavoro o a scuola camminando.
Quando ero una adolescente, ricordo, uscivo di casa almeno un’ora in anticipo, con i coetanei di quartiere, per attraversare la città e raggiungere la scuola in tempo per la prima lezione mattutina e poi, alla fine delle lezioni ci si ritrovava di nuovo tutti per rientrare a casa.
Dopo un pasto leggero, prendevo il borsone dell’allenamento e di nuovo a piedi per raggiungere la mia squadra in palestra, stessa cosa per tornare a casa.
Ora che lavoro nella scuola, vedo ogni mattino arrivare auto guidate da genitori che si fermano, fanno scendere i loro ragazzi e ripartono per andare al lavoro, stessa cosa all’uscita da scuola; una pratica che alimenta traffico e smog e ci abitua a saluti fugaci e distratti.
Motivi svariati portano tutti noi a correre da una parte all’altra, e pensare di rinunciare alla macchina o di lasciare andare i nostri figli a piedi per raggiungere la scuola, non è cosa fattibile.
Ecco perché diventa necessario cercare momenti per passeggiate fatte con la necessaria lentezza e la scuola davvero potrebbe essere il posto giusto da dove cominciare, il posto giusto per sopperire a questa mancanza; si potrebbero “rubare” 30 minuti ad almeno una delle lezioni mattutine.
Non importa se in pieno centro urbano o al parco, in campagna, al mare o in montagna, importa che siamo almeno 30 minuti passati sui piedi, a camminare all’aria aperta; certo meglio sarebbe se immersi nel verde della natura.
Camminare fa bene al corpo e alla mente, aiuta i muscoli, la circolazione e la respirazione, rinforza le articolazioni e aiuta a socializzare e a consolidare amicizie.
Trenta minuti per poi rientrare in classe con una nuova energia, pronti a proseguire le attività didattiche con maggiore slancio; è noto che una pur blanda attività fisica migliora l’afflusso di sangue al cervello e le attività cognitive non posso che beneficiarne.
Una lezione fatta camminando non può che favorire l’apprendimento e aumentare l’attenzione e di certo permetterebbe di ottenere più di quanto si possa fare in aula.
Un’altra buona ragione per farlo: i muscoli e il cervello sono collegati l’uno verso l’altro, il cervello dà i comandi ai muscoli e questi lo ricambiano nutrendolo.
Anche i docenti ne gioverebbero, camminare per almeno 30 minuti al giorno riduce il rischio di infarti e ictus del 40%, aiuta a dormire meglio e diminuisce lo stress.
In molte scuole elementari le lezioni all’aria aperta stanno diventando una sana abitudine e hanno già dato ottimi risultati per quanto riguarda l’apprendimento.
Con gli adolescenti ritengo sarebbe molto produttiva una lezione fatta camminando: lasciando andare la fantasia, la creatività di ognuno, parlando di ciò che la natura mostra e offre o introducendo la lezione prevista in aula.
Ricerche scientifiche hanno riscontrato un miglioramento della memoria quando si associa l’apprendimento alla camminata.
Tante buone ragioni per andare a piedi, ma se la scuola non lo fa non aspettare che le cose cambino, sii tu il cambiamento: trova il tempo ogni giorno per camminare con tuo figlio; trenta minuti al giorno non saranno poi così proibitivi, e se per tua sfortuna lo sono, allora è tempo di rivedere qualcosa a proposito dei tuoi ritmi, a proposito della tua vita.
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