I bambini nascono come tela bianca, bisogna evitare interferenze se vogliamo renderli liberi.
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Qualsiasi educatore tenta di svolgere il suo “mestiere” al meglio delle sue capacità. Tanti hanno scritto manuali sull’educazione, cosa è bene fare? Cosa è meglio dire? Punire o tollerare? Si sono dette e scritte tante cose. Sappiamo però che non può esserci un modo unico ed esatto di comportarsi con i giovani. Ognuno è diverso dagli altri. Diversi sono anche gli educatori.
I bambini nascono come tela bianca e sarebbe fantastico se ognuno di loro tingesse la propria a modo suo. Quella tela invece subirà le impronte degli adulti che a loro volta hanno sofferto influenze dai loro padri e madri, ma anche dall’ambiente in cui hanno vissuto e vivono, dalla scuola che hanno frequentato, dagli amici che hanno scelto, i colleghi che hanno incontrato, gli amori trovati e quelli persi, dai viaggi fatti e tanto ancora. Difficile lasciare un bambino libero di fare della sua vita ciò che vuole, gli adulti sono sempre troppo preoccupati che non si faccia male, che scelga la cosa migliore per se stesso, che diventi “qualcuno” più di altri. Così la vita diventa una gara al sorpasso, una continua competizione con i coetanei. Sarebbe meglio se la gara avesse il solo scopo di dar vita al migliore se stesso, che ognuno diventasse capace di reggersi con le proprie gambe e non l’imitazione o l’aspettativa di qualcun altro.
A scuola e in famiglia dovremmo insegnare l’arte della vita, l’arte di amare e l’arte del rispetto, troppo spesso invece indottriniamo, non lasciamo scelte, incateniamo i nostri giovani con le nostre idee, con le idee che ci sono state inculcate da altri che, a loro volta, hanno subìto da altri ancora, in una serie infinita a ritroso nel tempo.
Osho scrive che ogni individuo dovrebbe avere l’assoluta libertà di essere se stesso, in una famiglia che glielo permetta e in una scuola capace di divertirlo, una scuola che parli di amore, di libertà e che, prima di ogni altra cosa, insegni ad avere il massimo rispetto per tutte le forme viventi.
Sui libri di storia leggiamo di azioni eroiche fatte da personaggi idolatrati, venerati o indicati come eroi, che hanno massacrato centinaia o migliaia di persone e rubato la libertà di altri, dovremmo evitare persino di parlarne, di questi facinorosi. I libri di storia, invece, ne sono pieni, come ne sono pieni i telegiornali, le testate giornalistiche, le emittenti radiofoniche e la rete.
Abbiamo allevato bambini mostrando paure, rabbia, potere e odio e abbiamo assistito e subito guerre disastrose. Ci sono aborigeni che non hanno conosciuto guerre, non hanno tv, computer e, proprio per questo, non conoscono odio, non litigano mai e vivono nell’amore e nel rispetto reciproco.
L’individualità è bistrattata a vantaggio di una personalità imposta, che si configura come il risultato di un controllo costante e autoritario da parte dell’adulto, una sorta d’involucro che il bambino indossa perché è ciò che gli altri si aspettano da lui, la veste tagliata per lui, la stratificazione di abitudini imposte. Non è un caso che “personalità” derivi dalla parola “persona” che appunto significa “maschera”.
Così i nostri figli ci assomigliano, assomigliano a un passato forgiato dai nonni e modellato da noi, mentre dovremmo lasciarli liberi di crescere e vivere il presente a modo loro, per sperare in un futuro migliore di quello che, purtroppo, si paventa. Gli diciamo di non fare quello e quell’altro, li vogliamo sempre sotto il nostro sguardo e non gli permettiamo di starsene da soli e in silenzio, ci preoccupiamo e vediamo il loro isolamento come un problema, li sentiamo mentre parlano con se stessi e subito corriamo a distoglierli, li obblighiamo ad accettare la nostra alimentazione, la nostra religione, le nostre abitudini, li indottriniamo come vogliamo noi, senza rispettare in alcun modo la loro natura, demolendo il diritto di vivere il presente a modo loro.
Non va detto loro, in ogni occasione, cosa è giusto e cosa non lo è, la verità devono cercarla autonomamente, dobbiamo invitarli a cercare le risposte alle loro stesse domande, a diventare se stessi senza imitare nessun altro, ad amarsi, perché un bambino che non ama se stesso difficilmente amerà gli altri, a rispettarsi, perché se non lo fa difficilmente sarà rispettoso.
Un genitore inevitabilmente inquinato da un’educazione a sua volta non proprio azzeccata, può fare ugualmente qualcosa: evitare il più possibile le interferenze, insegnare l’amore e il rispetto, invitare a cercare risposte nel mondo animale e in quello vegetale, nel sistema solare e nella natura in genere. Qualsiasi domanda trova risposta in natura.
Quali sono state le tue interferenze, raccontane almeno una.
Se il bambino è cresciuto in modo errato l’intera umanità si perderà per strada. Osho.
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