In una società che corre così tanto, ci preoccupiamo che i nostri giovani imparino la lettura, la scrittura, i conti e il parlato, ma la capacità di ascoltare?
Ascoltare non è un atto superficiale. L’ascolto è un processo utile per apprendere ma anche per comunicare con noi stessi e con gli altri, un processo che attiva i nostri neuroni e consente al cervello di tradurre le informazioni in emozioni.
Aiutare i giovani a tirar fuori la loro capacità di ascoltare è assai importante, perché chi sa come prestare attenzione si dispone a imparare più velocemente a scuola ma anche nella vita, in quanto aiuta a migliorare i rapporti con gli altri. Quante storie finiscono? Quanti rapporti s’inaridiscono per mancanza di comunicazione, per mancanza di un vero ed efficace ascolto?
A scuola, in classe, per ottenere dagli alunni la loro attenzione, non è necessario ripetere in continuazione un determinato concetto. Un buon sistema è quello di far capire ai nostri alunni che non ripeteremo più volte le nostre indicazioni, altrimenti saranno inevitabilmente indotti a prestare scarsa attenzione. Un insegnante, per esempio, durante una lezione, potrebbe invitare di tanto in tanto i suoi alunni a ripetere a turno ciò che finora hanno ascoltato. In questo modo si renderebbe la lezione concretamente proficua e tutti presterebbero la massima attenzione. Questo è anche un modo per far sentire “due volte” quello che abbiamo detto loro, senza essere stati noi a farlo. Chiedere poi agli altri se sono d’accordo su quello che il compagno ha “ripetuto” e verificare come sintetizzerebbero a loro volta quanto sentito (dall’adulto prima e da un suo pari dopo). Sarà certamente di rinforzo chiedere se hanno una loro metafora o un’immagine per esprimere il concetto, insomma sollecitare domande, dubbi, opinioni, fantasie.
Ascoltare senza interrompere, poi, è una delle più importanti forme di rispetto; si può intervenire ma a turno, consapevoli che si può parlare una volta ciascuno dopo aver ascoltato con attenzione e più a lungo. Questi sono piccoli accorgimenti utilissimi in classe, ma nella vita? Nei rapporti? Cosa possiamo fare?
Per imparare ad ascoltare bisogna dedicare tempo, restare in silenzio, mostrare disponibilità, ricordarsi quanto è importante per noi la persona che ci sta comunicando qualcosa, sia esso un familiare, un amico, un collega, il datore di lavoro, fosse anche uno sconosciuto, bisogna sforzarsi di considerare l’altro importante per noi in quel momento;
Sarà necessario eliminare le distrazioni (cellulari, notifiche e chat vanno silenziati) e soprattutto resistere alla tentazione di interrompere per raccontare cosa è successo a noi, spesso infatti ciò che riguarda noi non interessa a chi sta parlando in quel preciso momento, magari vuole solo che l’ascoltiamo, vuole solo sfogarsi. Ma l’ascolto è anche gioia di condivisione, perciò si può interrompere una volta ma solo per chiedere all’interlocutore se vuole una nostra opinione o se vuole solo che prestiamo attenzione.
Ascoltare è una capacità già esistente dentro ognuno di noi, bisogna aiutare i giovani a tirarla fuori fin da quando sono giovanissimi, ma si può anche in età adulta, è una questione di esercizio, una decisione: con coraggio “spegnere tutto” e dedicare un po’ di tempo a chi ha qualcosa da raccontarci.
E’ un esercizio che basta fare un paio di volte per diventare una fantastica e rigenerante abitudine.
Tu riesci a dedicarti, almeno 10 minuti al giorno, all’ascolto?
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