A Natale ci scambiamo regali
A Natale ci scambiamo regali e/o doni, come in altre occasioni, compleanni e ricorrenze varie. Che significa fare regali, che differenza c’è tra regali e doni, qual è il significato del gesto?
Si può regalare un qualsiasi oggetto materiale ma si può donare anche ciò che il denaro non può comprare.
Ci sentiamo in obbligo di fare regali perché sentiamo di dover ricambiare una gentilezza, una cortesia. Possiamo invece donare il nostro tempo, la nostra attenzione, la nostra energia o i nostri sentimenti. Doniamo la vita per vivere la magia di una nascita e anche per lasciare al mondo qualcosa di noi.
In entrambi i casi, regalo o dono, il gesto è un segno di affetto, riconoscenza, gratitudine ma donando manifestiamo anche la nostra personalità, sveliamo parte di noi stessi, comunichiamo qualcosa, mostriamo il nostro amore, apriamo il nostro cuore.
Il dono è anche avvicinamento, incontro, richiesta di una nuova relazione, cambiamento.
Quando sentiamo il desiderio di donare, a volte, preferiamo regalare qualcosa, spinti dalla paura di donarci all’altro.
Fare donazioni a favore di chi ha bisogno, conosciuto o sconosciuto, equivale a sentirsi dei privilegiati rispetto a chi non ha le nostre stesse fortune.
Donare, esattamente come educare, ha a che fare perciò con la reciprocità.
Si dona per tanti motivi ma soprattutto per fare un tuffo negli occhi di chi riceve, occhi che si colorano di gioia, luminosi, sorpresi e immensamente riconoscenti. E’ questa la reciprocità del donare.
Il donatore dona per generosità, è una persona profondamente sensibile e raffinata e lo fa perché si sente un privilegiato. Sa di avere fortune che altri non hanno, sa che donando si avvicina a chi ne ha bisogno, sa che non avrà nulla indietro se non la magia del momento in cui, donando, avverte la sensazione di donare un po’ di se stesso.
Noi educatori abbiamo il dovere di insegnare ai bambini il valore del dono, il piacere di donare senza aspettarsi di ricevere in cambio null’altro. Abbiamo il dovere di far sentire il donare come gesto autentico e apparentemente disinteressato.
“Apparentemente” perché chi dona riceve in cambio calore e gratitudine che hanno di certo più valore del donato. Chi dona compie un gesto gratuito e “in cambio” ottiene la soddisfazione di chi riceve.
Enrico Maria Secci scrive che regalare è un atto volto a riconoscere un merito o a compensare un debito. A volte solleva da un’incombenza, altre volte colma vuoti affettivi di una quotidianità distratta. Donare, invece, è dare in modo incondizionato, un omaggio ai sentimenti, è dire “ti amo perché sei tu”, non perché è Natale o perché festeggi il tuo compleanno. Il regalo è quantitativo, il dono é qualitativo. Un dono è un simbolo che trasmette amore, stima e amicizia. E’ come dire “sei importante per me”.
Facciamo in modo che i nostri bambini apprezzino i loro doni come un gesto d’amore non come un regalo dovuto. Facciamo in modo che ci siano sempre eccitazione per l’attesa e magia della sorpresa e accertiamoci che siano consapevoli che nessun “dono” è troppo piccolo.
L’eccitazione che proveranno scartando i pacchetti, che inevitabilmente arriveranno da nonni, zie, genitori e amici, sia sempre accompagnata dalla gratitudine. Siano sempre pronti a donare a loro volta. Anche un giochino in disuso, che ormai li annoia, potrebbe far brillare gli occhi di un altro bimbo che magari ha altre fortune ma non quella di ricevere tanti doni, nemmeno per questo Natale.
Per questo Natale farai regali o doni?
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