Il valore della non violenza
“L’educazione dovrebbe cominciare con l’insegnare il valore della non violenza che ha a che fare poi con tutto: con l’essere vegetariano, col rispettare il mondo, col pensare che questa terra non l’han data a te, che è di tutti e tu non puoi impunemente metterti a tagliare e fare buchi” Tiziano Terzani
In uno dei suoi libri Tiziano scrive di un’esperienza in India: un signore che ogni giorno andava a mettere da mangiare alle formiche, forse spinto dalla convinzione che possano essere la reincarnazione di qualche caro. Se anche così non fosse? Le formiche ci sono, fanno parte del creato proprio come noi, perché sterminarle?
Non posso farti male senza ferirmi
Ci sono più strade da percorrere per arrivare a dare un valore alla vita, puoi scegliere una vita violenta avendo la consapevolezza che questa si offre e si riceve.
Nessuno sceglie la violenza per partito preso, essere violenti non porta a niente, non da nessun vantaggio, e poi perché dovremmo prendere un vantaggio? Su chi? Perché? Puoi scegliere la non-violenza, quindi avere rispetto di te stesso e di qualsiasi altro essere in natura che abbia un cuore o una faccia, rispetto dell’ambiente in cui vivi.
C’è anche la via dell’indifferenza, una strada che sceglie chi pensa solo a se stesso, che non vuole porsi il problema di trovare una qualsiasi soluzione, credendo di fare una scelta più comoda, la meno in salita e si lascia andare a una vita piatta e tutt’altro che coraggiosa, altrettanto pericolosa come quella inutile della violenza.
Per non-violenza intendo l’assenza di desiderio di fare violenza ma i desideri non nascono con noi, li nutriamo e crescono con noi. Nessun bambino nasce con il desiderio di violenza, e noi possiamo manifestargli il valore della non-violenza a partire da subito, per evitare che scelga la via dell’indifferenza.
Possiamo farlo dalle piccole cose quotidiane, avendo rispetto anche delle formiche, mostrandogli come è semplice non lasciare sporco l’ambiente in cui vive; si può far capire che un fiore reciso è una violenza gratuita, che il fiore è bello finché è lì dov’è, reciso appassisce prima del tempo; si può mostrare che lo stesso vale per gli animali, insetti inclusi, se ci sono hanno di certo uno scopo utile per l’ambiente e per noi.
Evitare lo spreco è una forma di non-violenza, sprecare significa indebolire da qualche altra parte, significa anche produrre rifiuti che non sappiamo più dove accantonare, che ci ingombrano la vita.
Abbiamo il dovere di “insegnare” con il nostro modo di vivere, che il valore della non-violenza non si riferisce a guerre tra adulti o scazzottate tra ragazzini, ma all’approccio di ognuno di noi con il mondo, al rispetto per qualsiasi cosa abbia una faccia, al rispetto della natura.
“Ogni vita, la mia e quella di un albero, è parte di un tutto dalle mille forme che è la vita” e Terzani scrive che in India questo si percepisce subito, ti senti parte di un tutto che non controlli, ti senti naturalmente mortale e non “regista capace di sapere come va a finire”.
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