Combattere la violenza si può!
Il contrario di violenza è gentilezza.
Quando si parla di violenza si pensa subito alle percosse, a una lite furibonda tra due o fra tanti, ma anche a un ceffone ben assestato o un calcio o un pugno o uno spintone esercitato con impeto e in modo incontrollato.
Violento è colui “che viola”, cioè che oltrepassa il limite della volontà altrui. Un’azione violenta si manifesta quando un individuo abusa della sua forza per provocare dolore a un altro individuo o a più persone, ma anche quando costringiamo altri ad agire contro la loro volontà.
Non si tratta, quindi, solo di venire alle mani.
Non si tratta solo dell’uso della propria forza fisica ma anche di abuso verbale attraverso offese o minacce. Il danno che ne deriva quindi non sempre è fisico ma spesso psicologico. C’è una violenza che non lascia segni sul corpo, ma mortifica e offende fino ad annientare chi la riceve.
La violenza, però, non nasce all’improvviso e senza ragione. E’ sicuramente figlia della paura. Chi la esercita ha paura di perdere potere o controllo sulle cose e sulle persone che s’illude di dover o poter controllare.
La trovo nell’imposizione di tasse impopolari, quando ci impongono una tassa sulle proprietà, quando ci fanno pagare le accise sulla benzina o l’imposta sull’imposta. Sono violente le banche quando tassano i nostri risparmi e calcolano gli interessi sugli interessi. C’è violenza ovunque in questo mondo, la subiamo quotidianamente, spiano le nostre telefonate e rubano i nostri dati su internet, ma questa è un’altra storia. La violenza è in tutto ciò che è aggressivo, prepotente, arrogante e irrispettoso.
Pensiamo di risolvere il problema o, quanto meno, di scoraggiare atti aggressivi, inventandoci leggi e divieti. Non è questa la soluzione.
Questa è una guerra senza fine, un circolo improduttivo senza via di scampo.
Vedo invece nella moderazione, nella gentilezza e nella delicatezza l’unica via di scampo. Non possiamo pensare di combattere la violenza con altra violenza.
Credo sia notevolmente più proficuo fare una diversa battaglia, fare qualche riflessione, tentare la via della moderazione e delle buone maniere oltre che del rispetto reciproco e del garbo.
Gli educatori hanno un ruolo fondamentale. Tutti noi abbiamo una grossa responsabilità. Abbiamo il dovere di facilitare la capacità di moderazione. Perché la moderazione porta in sé il controllo, l’equilibrio, la cautela ma anche la gentilezza e la delicatezza.
Insomma abbiamo il dovere di aiutare a tirar fuori qualità garbate, e prive di ogni pur minima offesa, da ogni singolo bambino. Perché una persona che non offende e non urta la sensibilità degli altri è una persona capace di cambiare il posto in cui vive.
Essere moderati, gentili e delicati con altri non costa nulla, è una pratica che va esercitata per combattere ogni tipo di violenza. Una persona estremamente gentile innesca ogni giorno un meraviglioso meccanismo di reciprocità, un meccanismo anti violenza.
Ricevere una gentilezza stimola a rispondere con un atto altrettanto gentile.
Rivolgiamoci ogni giorno con gentilezza nei confronti dei familiari, dei colleghi, di chiunque, e innescheremmo un meccanismo fortemente contagioso. Forse non cambieremo tutto il mondo ma miglioreremo il piccolo mondo intorno a noi. Basterebbe un’azione al giorno, ma io sono certa che se cominci a farlo poi ne seguiranno altre nella stessa giornata. Tu contagi te stesso. Tu contagi gli altri.
Una semplice azione di gentilezza è sorridere a chi incontri, ti sorprenderai di quanti sorrisi si apriranno per te.
Combattere la violenza si può! La violenza non nasce spontanea, è un’erbaccia che non troverà spazio e seccherà se semini moderazione, gentilezza e delicatezza.
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