Tratto dal libro “Educa-RE” (interviste a genitori speciali)
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Verità anche se dolorosa
Dimmi cosa pensi di me senza timore di ferirmi, poi sposta la tua attenzione su ciò che di me ti rende felice.
Marian non sa se sua moglie e lui sono stati capaci di rendere davvero loro figlio un Re, sa però di avergli detto sempre la verità, anche quando poteva apparire una privazione dei suoi sogni e, cita:
“quando tuo figlio si accorgerà che gli hai mentito registrerà che sarai in grado di mentire ancora e non si fiderà di te, ricambierà ogni cosa prima o poi”.
Preferiva dirgli sempre la verità pur sapendo che avrebbe corso il rischio di rattristarlo o di ferirlo e lo faceva anche perché voleva che suo figlio facesse lo stesso con lui, che si apprestasse a parlare delle sue verità senza timore di ferire suo padre o di sentirsi giudicato da lui.
Voleva sapere quali fossero i suoi limiti agli occhi del figlio, quelli che lo riguardavano personalmente, se il figlio cioè trovasse alcuni suoi comportamenti fastidiosi o se provasse insofferenza verso qualsiasi cosa il padre facesse.
Ne parlavano frequentemente e spesso finiva che ci ridevano su, e diventava un momento per prendersi in giro affettuosamente
poi, come ogni volta, lo invitava a spostare l’attenzione sulle qualità di suo padre -qualcuna doveva pur esserci! – dice sorridendo. Lo invitava insomma a cercare qualche caratteristica del padre che lo faceva sentire grato di esserne il figlio.
Allo stesso modo, se si era sentito ferito per un accadimento anche al di fuori della famiglia, lo invitava a dimenticare e a focalizzarsi solo su ciò che lo faceva star bene e che gli aveva regalato sorrisi.
Gli ricordava in ogni occasione di non sentirsi costretto ad accettare o apprezzare tutto ciò che faceva o diceva lui stesso, suo padre; avrebbe potuto amarlo per ciò che era, con i suoi difetti e con i suoi pregi.
Marian voleva che il figlio capisse che eventi negativi ci sarebbero sempre stati nella sua vita e che sapere come uscirne era una soluzione per non soffrire più del dovuto; essere capaci di sposare l’attenzione sulle cose belle della vita lo avrebbe reso una persona libera e felice.
Voleva dare ali forti al suo ragazzo, non ali grandi.
Sentiva che se il suo Re avesse imparato ad accettare ciò che c’è di buono in suo padre, lo avrebbe fatto con chiunque altro, con le persone che la vita gli avrebbe fatto incontrare e con le quali avrebbe passato un tempo più o meno lungo.
Può darsi che questo abbia avuto qualche effetto su suo figlio che, ora adolescente, sembra essere in grado di cavarsela anche dinanzi a eventi difficili, capace di sentirsi libero di vivere una vita serena e felice e diventarne perciò il Re.
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