Servono nuove regole?
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In un Paese in cui ci sono più regole che idee rispettate, ogni volta che accade qualcosa di spiacevole si pensa a una nuova norma che punisca il trasgressore di turno.
Nei giorni scorsi ho letto che ci sarebbe bisogno di nuove regole per punire gli studenti che aggrediscono gli insegnanti.
Lavoro nella scuola da oltre 30 anni, praticamente da sempre, dopo averci trascorso 13 anni della mia vita da studente; le regole sono state spesso ignorate a favore di una sorta di “tiriamo a campà”.
Negli anni trascorsi nella scuola, da bidella prima, da impiegata poi e da educatrice fino ad oggi, ho assistito a casi per i quali sarebbe bastato mettere in pratica le norme esistenti, non solo quelle dettate dal buon senso che dovrebbe comunque prevalere, ma anche quelle scritte e, invece, spesso si è “tirato a campà”.
Le motivazioni sono diverse: perché non si ha il coraggio di intervenire o perché non si sa come farlo, per proteggere qualcuno o per non mettersi contro qualcun altro, perché tanto “a fine mese lo stipendio arriva lo stesso e chi me lo fa fare, perché dovrei mettermi in questa situazione?”. I casi purtroppo sono questi.
Alunni non sospesi neanche dinanzi a note scolastiche in doppia cifra, insegnanti che si comportano in maniera a dir poco fuori luogo, dirigenti che pur avendo avuto condanne penali sono ancora al loro tavolo di presidenza.
Per fortuna sono pochi questi insegnanti e pochi sono questi dirigenti; così come è una percentuale bassissima (in rapporto al numero degli iscritti) quella riguardante i ragazzi che costringono gli insegnanti a mettere note; ma molti di loro non vengono in nessun caso sospesi, come invece prevederebbero le regole già scritte.
Certo l’applicazione delle regole non renderebbe migliore l’insegnante o il dirigente in questione, ma sarebbe un segnale forte che qualcuno deve pur dare assumendosi la responsabilità del ruolo che ricopre.
Il coraggio a volte salta una generazione, speriamo che la prossima lo ritrovi in qualche modo.
Non sarà l’applicazione delle regole a educare i nostri ragazzi, ma sarebbe un modo per dir loro “vivere in società presuppone che tu abbia rispetto degli altri, se non lo fai da te, te lo impongo applicando le regole esistenti”.
Forse non miglioreremo, e tanto meno elimineremo, tutti i possibili trasgressori delle norme del buon senso, ma daremo un segnale di giustizia a chi trasgressore non è, e che ha il diritto di vivere in un ambiente sano, come dovrebbe essere almeno quello della scuola.
Se i Consigli di Istituto e i Consigli di Classe facessero il loro lavoro in questo senso, avremmo meno vitelloni nelle nostre scuole e salvaguarderemmo i tantissimi ragazzi e ragazze che sono l’orgoglio della nostra Italia e che sono la stragrande maggioranza.
Finalmente oggi leggo:
“La questione non è creare una legge nuova che difenda gli insegnanti, non è con una legge che si stabilisce la dignità del docente; finora abbiamo avuto governi che hanno tolto dignità agli insegnanti e questi non hanno reagito. Piuttosto che chiedere leggi, facciamo applicare quelle che ci sono e i consigli di istituto facciano rispettare le sanzioni, non è in tribunale che si risolve una questione come questa”. Piero Bernocchi (leader dei Cobas)
Servono altre regole? No, ci sono già, basta applicarle o destituire dal proprio incarico chi è preposto a farlo ma non lo fa. Se il buon senso non basta, le regole aiutano…. se applicate.
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