SENZATETTO
Come glielo spieghi a un bambino che in città ci sono i senzatetto?
Tempo di lettura: 2 min
Cosa gli dici per spiegare la situazione?
Cosa inventi per dare le risposte che si aspetta senza rimanere intrappolato nelle sue taglienti domande alle quali, di fatto, non ti resta che tentare di rispondere facendo spallucce o arrancando qua e là alla ricerca di paroloni insufficientemente chiari.
E’ un fatto: i senzatetto ci sono.
Sono le persone senzatetto per indigenza, non certo per scelta, sinistrati da qualche calamità o da scelte sbagliate che le hanno ridotte in miseria.
Per definizione i senzatetto sono coloro che per un tempo più o meno lungo restano senza un luogo fisso dove risiedere, dove poter tornare almeno quando si fa notte.
Persone impoverite, rimaste vittime di un incauto destino o di una inaspettata sciagura e, troppo spesso, dell’indifferenza degli altri, sono loro i senzatetto o senza fissa dimora.
Costrette a dormire all’aperto magari sotto cartoni e fogli di giornale, avvolti in coperte luride e non sempre integre. Non sono volontariamente senza tetto, non è una scelta culturale la loro.
Diversi dal popolo Rom
il cui bagaglio culturale e la cui cultura nomade li porta ad insediarsi in modo instabile in accampamenti ai margini dei centri abitati; diversi dai vagabondi che fanno del loro vagabondare il loro stile di vita. Sono senzatetto per caso, per i francesi clochard, per gli inglesi homeless. Sono in tutti gli angoli del mondo.
Li trovi sotto i ponti, vicino o dentro le stazioni dove tentano di ripararsi dal freddo; i senzatetto sono i nostri connazionali, barboni, pezzenti senza fissa dimora.
Come fai a spiegare perché nessuno si prende cura di loro? Come fai a giustificare le notti calde di chi non se ne cura?
Mettiamo in silenzio per un po’ la nostra coscienza lasciando loro qualche moneta o portando loro un pasto caldo e vestiti pesanti; o troviamo temporanea rassicurazione pensando che ci sono preziose associazioni che si prodigano per procurare dormitori e pasti caldi e che tanti volontari offrono una mano, portano materiale per soddisfare i loro bisogni immediati: per l’ igiene personale, le cure mediche, per coprirsi a sufficienza, portano biancheria intima ecc.
Poi pensiamo che altri dovrebbero anche aiutarli a trovare un lavoro e una dignità.
Sì certo “qualcuno” potrebbe, “qualcuno” lo farà.
Come lo spieghi a un bambino che mentre lui se ne sta al calduccio accanto a te, ci sono anche persone che un tetto sulla testa non ce l’hanno e che se ne stanno al freddo sperando che domani ci sia anche per loro un pasto caldo. Come glielo spieghi perché i grandi non fanno abbastanza per loro?
Puoi solo ammettere che la loro esistenza è proporzionale ad uno dei numerosi fallimenti degli adulti.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.