tratto dal libro “Educa-RE” (interviste a genitori speciali)
Tempo di lettura: 1 min e 30″
Lorenzo mi racconta che ha sempre dedicato molto tempo all’ascolto delle parole, ma anche e soprattutto alla mimica e alla gestualità, ha cioè cercato di comprendere oltre al detto, anche il non detto di suo figlio Alessandro.
Si è sempre sforzato di capire quali fossero i sentimenti di suo figlio
cosa sentisse a pelle e dentro di sé, e li ha riconosciuti e definiti anche quando non li ha compresi completamente.
È sempre stato così e, ancor oggi, che Alessandro è quasi 17enne, Lorenzo si fa silenzioso e manifesta interesse sincero, vero, quando il figlio si racconta o racconta un qualsiasi evento accaduto fuori, ma anche dentro, le mura casalinghe;
lo ascolta con attenzione e continua ad annuire fino a quando capisce cosa sta provando suo figlio, cioè i sentimenti che sta vivendo in quel momento, solo allora gli dice “Capisco come ti senti in questo momento, ti senti……..”.
Non si preoccupa di trovare una soluzione al suo problema o di cercare una risposta da fornirgli
ma si limita a riconosce cosa sta provando e come sta vivendo ciò che gli accade, e lascia che sia lui a trovare una soluzione; sa che al figlio in quel momento non serve l’opinione del padre, né una soluzione, ma solo essere ascoltato e capito.
Lorenzo sa che sforzarsi di capire è necessario per definire un sentimento
perché quando un figlio sentirà il genitore definire chiaramente ciò che sta provando si sentirà compreso e non giudicato;
troverà di certo da sé il modo per superare un momento difficile, e anche lui capirà meglio se stesso, cosa sta provando, cosa lo infastidisce, come si sente e come chiamare quel sentimento, perché dargli un nome lo arginerà.
È così che Lorenzo aiuta suo figlio a diventare Re della sua vita.
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