QUIETO VIVERE
Se c’è qualcuno da perdonare quello/a sei tu.
Non c’è nessun altro da perdonare.
Ogni volta che ho avuto l’illusione di averlo fatto, di fatto ho solo perdonato me stessa.
“Non sono mai gli altri a ferirti ma sei tu a sentirti ferita” – mi sono sempre detta.
Quindi se c’è qualcuno da perdonare quella sono io, perché mi sono sentita ferita e non ce n’era valida ragione o non ne valeva la pena.
Dimenticare un’offesa o sanare una ferita, con il tempo è decisamente possibile ed io l’ho sempre fatto, in tempi relativamente brevi, ma non sono mai più riuscita a sentirmi in perfetta sintonia con chi mi aveva ferita in qualche modo, anche suo malgrado.
La sintonia che conta, in ogni caso, è quella che riguarda il proprio corpo, la mente e il cuore.
Mi sono perdonata tante volte per essere scesa a compromessi, per aver troppe volte chiuso gli occhi nel tentativo di non vedere ciò che non volevo vedere nonostante le ripetute avvisaglie, per aver subìto situazioni tossiche dietro uno stupido “quieto vivere”.
Chiudi continuamente un occhio (a volte anche due) su troppe cose, lo fai oggi, poi lo fai anche domani e così scendi inevitabilmente a compromessi che rendono la vita “vivibile” e ti senti nel giusto per un po’… ma solo per un po’.
Tollerare per “quieto vivere” e/o perché ti è stato chiesto, non è troppo difficile ma lentamente, goccia dopo goccia, finisce per logorare la serenità, l’amor proprio, il rispetto per il proprio tempo e per se stessi.
Eppure si fa, lo si fa per tante ragioni, tra le quali il non voler essere etichettata come disfattista, testarda, menefreghista, esagerata, lo si fa per far contenti gli altri…. si accetta mestamente qualsiasi cosa affinché tutto vada bene per tutti.
Vivi queste esperienze anche più volte e poi arriva il momento di dire basta. Complice l’età, le altre esperienze, il sapere di essere osservata da giovani che cercano in te risposte, consigli, esempi, e complice anche la gran voglia di coerenza:
senti chiaro che è arrivato il momento di mettere un punto.
Metti un punto perché non vuoi più perdere neanche un minuto, perché questa vita “è una corsa in treno di solo andata e mai ti capiterà di ripassare dalla partenza” (cit), per questo è prezioso il nostro viaggio.
E allora finalmente cambi vagone e ti godi il panorama dai finestrini non più appannati e ti prometti che i compromessi, per compiacere o semplicemente per non dire di no, d’ora in poi saranno pari allo zero.
L’ape non somiglia alla mosca, e infatti non si frequentano, esse convivono in questo mondo ma si ignorano allegramente, ognuno va per la sua strada: “l’ape non perde il suo tempo a spiegare alla mosca quanto il polline sia più buono della cacca” (cit)
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