Quando sei in dubbio, di’ la verità.
Facendolo insegneremo ai nostri giovani a fare lo stesso, è una sana abitudine.
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Una preoccupazione, come la stanchezza per una giornata fuori casa, non aiuta a dire la verità o ad essere lucidi e disponibili.
Al contrario rende difficile mostrare la pazienza che sarebbe necessaria e qualche volta il nostro tono diventa duro e il nostro comportamento scoraggerebbe chiunque a comunicare con noi.
Gli adolescenti ci osservano e, anche se non sempre comprendono le ragioni esatte del nostro comportamento, sono disposti ad adeguarsi, rinunciano a qualsiasi tentativo di capirne la motivazione.
Spesso ci capita di sottovalutarli, proviamo a tener loro nascosti i nostri stati d’animo ma loro ci scrutano e percepiscono le nostre ansie e le nostre preoccupazioni.
Certo non possono coglierne le motivazioni e ogni singolo dettaglio ma, pensare di tenerli fuori dalle nostre emozioni, convinti di tenerli lontani dai problemi degli adulti e credere che non si accorgano dei nostri diversi umori, è un errore.
Se una preoccupazione ci fa sentire sotto tono, proviamo a parlarne, non c’è bisogno di raccontare loro i dettagli e sarebbe controproducente, ma ammettere di non essere in forma e chiedere la loro comprensione significa dire la nostra verità.
Saremo presto stupiti da quanto gli adolescenti, ma anche i più piccoli, si mostreranno comprensivi e capaci di capire che i momenti difficili ci sono per tutti, anche per noi.
Esprimere i nostri stati d’animo e cercare di capirne la radice, darà loro il via a fare altrettanto con i loro. Apprezzeranno la nostra sincerità più di ogni tentativo di tenerli al di fuori o in una campana di vetro.
Mentire o negare agli altri è come mentire e negare a noi stessi.
Certo ci vuole coraggio ma a pensarci bene è più facile vivere nella verità che nella finzione.
Decidere di tenere nascosti i nostri stati d’animo è un po’ come vivere nella menzogna, ma è anche una attività dispendiosa.
Bisogna essere bravi a mentire, ci vuole una certa attenzione ai dettagli, c’è il rischio di essere scoperti e di fare una pessima figura, è una fatica stare sempre sul pezzo.
E’ decisamente meglio e meno dispendioso dire la verità, far diventare una abitudine aprirsi, abituarsi a dire sempre la verità.
Se la nostra verità si riferisce alle nostre emozioni, alle sensazioni e agli stati d’animo non faremo del male a nessuno, anzi consolideremo i rapporti con i nostri interlocutori. Parlare delle nostre emozioni fa sentire vicini.
Lo scrittore Mark Twain (1835-1910) diceva: quando sei in dubbio, di’ la verità.
Facendolo, cioè dicendo sempre la verità, insegneremo ai nostri giovani a fare lo stesso, è una sana abitudine.
Francesco Pacifico nel suo blog scrive:-
dire la verità è “una delle abitudini più produttive per il successo”, si diventa autentici e chi ci è vicino, i nostri figli o i nostri allievi, ma anche i nostri colleghi, gli amici e i nostri familiari, ci percepiranno autentici, al contrario non si fideranno di noi. “Nascondere la verità non serve a consolidare rapporti e renderli autentici, “più la celi, più danneggi te stesso e le altre persone coinvolte”.
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