Quali sono le domande giuste? (Il potere delle domande)
Ogni educatore dovrebbe conoscere il metodo socratico e trarne un vantaggio per i suoi allievi. Porre sintetiche domande che richiedono precise risposte ma soprattutto una profonda riflessione, domande che portino l’allievo a conoscere la verità che è solo sua ed è dentro se stesso.
Le domande hanno un potere straordinario
A. Robbins (professionista dello Sviluppo Personale) ne consiglia alcune molto costruttive: “Se non cambi questa situazione o questa cosa, quale sarà il prezzo che dovrai pagare?” – “Quanto ti costerà alla lunga?” – “Come invece si trasformerà tutta la tua vita se lo facessi ora?”
Oppure: “Cosa c’è di buono in questa situazione?” – “Che cosa puoi imparare da quest’esperienza per quanto negativa essa sia?” -“Come puoi sfruttarla a tuo vantaggio?” Ma anche: “Dove vuoi andare?” – “Che cosa vuoi davvero?” – “Cosa ti fa stare bene?”
Lucia Giovannini, noto coach e trainer di PNL, nel suo il libro, Il Potere delle domande, sostiene che le domande hanno davvero il potere di cambiare la nostra vita. Se solo imparassimo a farne il giusto uso, se le usassimo per aiutare noi stessi e poi i nostri giovani, miglioreremmo la nostra e la loro vita. Spendiamo tempo in tante futilità e non ne troviamo per chiederci per esempio: “Perché stiamo facendo questa cosa?” – “Come potremmo farlo meglio o come potremmo essere più felici?” Le domande ci permettono di accedere alle nostre risorse interiori.
Facciamo qualche esempio, dinanzi ad un problema un giovane potrebbe semplicemente chiedersi perché gli sta accadendo questa o quell’altra cosa, noi potremmo invitarlo a porsi domande che lo inducano a riflettere e che lo dirigano verso la soluzione o, almeno, verso la razionalizzazione del problema.
La domanda giusta è: “Come puoi trasformare tutto questo in un’opportunità?” Inutili invece le domande tipo “Di chi è la colpa”? o “Perché altri riescono ed io no”? o “Perché succedono tutte a me”? Con queste domande si resta sul problema. Aiutiamo invece i nostri allievi a trasformare le loro domande in propositive e diamo loro tutto il tempo di cui hanno bisogno per dare una risposta concreta e sincera. Lucia scrive: Viviamo tutti nel mondo che creiamo attraverso le nostre domande.
Alcune domande consigliate dalla Giovannini: Qual è il sogno che ti fa battere il cuore e brillare gli occhi? Che cosa faresti di diverso se non avessi paura? Come puoi dare il tuo contributo nella vita di qualcuno oggi?
Un domandone sarebbe: Quale credi sia la tua missione nella vita?
Insomma le domande da farsi e da far fare ai nostri giovani sono quelle che spingono ad agire, che orientano verso la soluzione, che rendono responsabili e non vittime capaci solo di lamentarsi.
Ed è Giacomo Papassidero, l’ideatore dell’interessantissimo sito diventarefelici.it, a ricordarci che invece di chiedere perché?…… che appare inquisitorio, anche se rivolto a noi stessi, e distrae dalla soluzione, è meglio usare le domande “come mai?” e “in che modo?” – Giacomo scrive: La prima aiuta ad agire, la seconda aiuta a proiettarlo verso l’azione.
“Alcune domande potenziano e altre sono capaci di distruggere”- scrive la psicologa R.B.Roosvelt – “alcune inchiodano al passato e al problema e altre ti conducono avanti, ti identificano come vincente”.
La maggior parte delle volte i genitori, così come gli insegnanti, non fanno le domande giuste, non favoriscono cioè una proficua comunicazione, perché non sanno quali e come porle.
Sul sito la mente è meravigliosa si consiglia di evitare domande generiche che possono indurre a una risposta che si limiti a uno sì o a un no, domande come: “Tutto bene a scuola?” o “Devi fare molti compiti?”; vanno invece preferite le domande che stimolino un racconto, come “Che cosa avete fatto durante la lezione di educazione fisica?” o “Che cosa ti ha chiesto nell’interrogazione di letteratura?”. Molte volte, infatti, ci lamentiamo del fatto che i nostri figli non comunicano con noi, che non li conosciamo, ma ci dimentichiamo del fatto che, forse, anche loro pensano lo stesso di noi. Un cambiamento nel nostro atteggiamento può favorire e migliorare la relazione con loro.
Cercare di capire i nostri giovani è un dovere. Sapere come farlo è necessario. Per questa ragione, se sei un educatore DEVI leggere cosa ne pensano gli esperti, DEVI diventare un esperto anche TU. Devi saper fare le domande giuste e invitare i giovani a porsi domande nel modo giusto.
vedi anche: Perché devo leggere?
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