Pregiudizio
Il pregiudizio è un preconcetto, una credenza errata, un errore. Letteralmente un “giudizio prematuro”.
Si evidenzia un pregiudizio quando quello che si dice è basato su argomentazioni insufficienti, quando cioè non si è a conoscenza completa dei fatti.
Il pregiudizio è anche preclusione. Ci precludiamo la possibilità di aprire la mente, di essere recettivi e aperti a cambiamenti, a novità, idee, esperienze e diversità.
Ci sono pregiudizi positivi, quelli che si manifestano con un atteggiamento favorevole nei confronti di una persona, di un piccolo gruppo o di una nazione. In ogni caso avere pregiudizi produce sempre un danno a qualcun altro.
E’ necessario vivere senza pregiudizi e far capire ai più giovani che bisogna guardare oltre il proprio naso, essere più elastici mentalmente e guardare le cose da angolazioni diverse, verificare quale ragione spinge l’altro a comportarsi in un determinato modo, perché è così diverso da noi. Evitare di etichettare e avere preconcetti, essere curiosi e rispettosi verso tutto e tutti.
I pregiudizi nella storia hanno avuto effetti negativi come discriminazione e violenza. Hanno dato vita al razzismo, hanno alzato barriere e chiuso frontiere, hanno rovinato rapporti tra amici e familiari, creando nemici ovunque ci sia una diversità incompresa.
Se solo fossimo stati capaci di liberare la mente da idee malsane sugli altri e sui comportamenti altrui, forse non ci sarebbero state, e nemmeno ci sarebbero ora, guerre, emarginazione, infanticidi e femminicidi.
Nella scuola il pregiudizio è latente, ogni docente cerca di non averne ma molti cadono in questo errore senza neanche accorgersene.
Si parla di effetto Pigmalione (o effetto Rosenthal o effetto da aspettativa), cioè quel fenomeno che vede il docente farsi un’idea sbagliata nel credere che un alunno sia migliore o peggiore di altri, pensare che un determinato alunno avrà successo più di altri.
Questo effetto diventa ancora più dannoso quando gli alunni se ne convincono a loro volta, consolidando la percezione del docente e creando pregiudizi che non porteranno certo a liberare la loro mente. Si sentiranno autorizzati ad assumere atteggiamenti negativi nei confronti di se stessi, minando la propria autostima e sentendosi inferiori.
Percepire di essere “valutati negativamente” e quindi “considerati inferiori” o “incapaci” ridurrà la loro capacità di avere successo in qualsiasi cosa. Il pregiudizio che il docente manifesta minerà per sempre la considerazione che l’allievo ha di se stesso. Quest’ultimo facilmente visualizzerà insuccessi che poi inevitabilmente si avvereranno.
Ogni docente sa di essere vulnerabile in tal senso e sa che il proprio atteggiamento e le aspettative che si crea, rischiano di danneggiare gli allievi.
Ogni docente deve fare il possibile per creare un clima emotivo positivo in classe, per resistere alla tentazione di fare valutazioni “a pelle”, per trattare tutti allo stesso modo, per dedicare ad ogni alunno lo stesso identico e appassionato tempo, fatto di sguardi, di ascolto sincero e di dedizione uguale e totale.
Senza lasciarsi influenzare dai pregiudizi, senza fermarsi all’apparenza ma andando oltre, sfidando le credenze.
Per evitare pregiudizi e aiutare i giovani a non averne, c’è bisogno di creare animi generosi, incapaci di tapparsi le orecchie dinanzi alle ragioni delle diversità, animi disponibili alla comprensione e al rispetto di opinioni diverse.
Animi tolleranti nei confronti di chi è in disaccordo o di chi ha comportamenti non condivisi.
C’è bisogno di spostare l’obiettivo della loro mente verso ciò che li rende migliori, evitando a tutti i costi giudizi e pre-giudizi che non servono a nulla se non a metterli gli uni contro gli altri.
Senza avere paura della novità e considerando ogni differenza come esperienza da vivere in prima persona, non da sfuggire o evitare.
Spesso il diverso fa paura perché non lo conosciamo. Invitiamo, quindi, i nostri allievi ad avere un approccio curioso e rispettoso, critico ma non polemico.
Le cose alle quali credono in molti non necessariamente sono quelle giuste, non necessariamente ci devi credere anche tu. L’anticonformismo non è un male ma una scelta.
Alimentiamo il pensiero critico leggi come
Stare in mezzo alla gente di altre culture, di altre idee politiche o che hanno altre abitudini (alimentari, religiose, ecc.), ci fa capire che ci sono altri modi di vivere e vedere le cose.
Facciamo in modo che i nostri giovani si sentano cittadini del mondo, facciamo in modo che essi si sentano liberi da ogni sorta di pregiudizio e che cerchino, sempre, modi nuovi di guardare le cose.
Non è facile, ma credimi, è uno sforzo che vale la pena di compiere.
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