Tratto dal libro “Educa-RE” (interviste a genitori speciali)
Tempo di lettura: 1 min e 10″
Ciò che faccio vale più di ciò che dico, faccio del mio meglio, tu prendi solo ciò che ti serve.
Più esempi e meno parole (meno regole)
Lucilla ha voluto essere soprattutto un buon esempio per sua figlia, sapeva che lei la osservava e la imitava, perciò non le era concesso sbagliare troppo.
Dice che non le è servito prodigarsi per trovare le parole giuste in ogni occasione; per essere un buon esempio le è stato utile lavorare su se stessa, cercando di diventare la migliore mamma possibile, lo ha sempre ritenuto il dovere primario di ogni genitore.
Sapeva che il suo modo di agire avrebbe reso più delle parole, più di ogni regola, e così abbracciava e rispettava suo marito sempre e soprattutto in presenza della sua Regina, convinta di darle un esempio d’amore e di rispetto, nella certezza che se tutti si prodigassero per essere un buon esempio non ci sarebbe bisogno di tante regole.
Voleva che la figlia comprendesse l’importanza della tolleranza e invece di fermarsi a trovare le parole per farlo,
creava una situazione adatta a manifestare tolleranza o le raccontava una storia che avesse come morale una situazione di vantaggio procurato da tale manifestazione di tolleranza.
Sapeva che la figlia avrebbe assorbito tutto come fosse una spugna, ogni emozione, ogni azione o comportamento, ogni abitudine o reazione e anche quando sembrava essere distratta dai suoi giochi, ascoltava e osservava.
Lucilla crede che questi esempi abbiano fatto della sua Cecilia la Regina meravigliosa che oggi mostra di essere.
A un genitore serve fare del proprio meglio, sta poi ai figli cogliere ciò che servirà per la vita.
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