Quand’è che abbiamo stabilito che seguire i propri sogni è sbagliato, e che è meglio dedicarsi a “qualcosa di più serio”? I sogni sono una cosa serissima. Francesco Wil Grandis (Autore del libro Sulla strada giusta – leggi la recensione qui)
I sogni sono davvero una cosa seria, mai dire a un giovane (ma neanche a chi giovanissimo non è più) che il suo sogno non è importante, che ci sono cose più serie cui pensare. Se qualcuno ha scelto di parlarti del suo sogno ascoltalo con attenzione, hai anche da imparare dai sogni altrui. Chi non ha sogni? Tutti ne hanno. Sono loro a renderci così belli, così unici. Troppo spesso svuotiamo i nostri figli, i nostri allievi, i nostri alunni della cosa più cara che hanno: i sogni.
E’ importante mostrare interesse, ascoltare e aiutare a seguire il proprio sogno, infondo anche una brutta sconfitta è meglio di non averci provato. Lasciamolo provare, lasciamolo fare. Non lasciamo che si arrenda, anche se il sogno sembra insensato. Poi insensato per chi? Chi è in grado di stabilirlo?
Non permettere di seguire il proprio sogno significa interrompe un’azione educativa degna di tale nome, significa privare di una libertà dovuta, è molto egoistico, certamente comodo, rende la vita dell’educatore più semplice. La vita di un “educatore” è tutt’altro che semplice e chi decide di intraprendere questo cammino deve esserne consapevole o sarà meglio che deleghi ad altri.
In concreto cosa fare con il nostro “non ancora adulto”? Mettiamolo in condizione di parlarci del proprio sogno, chiediamogli cosa ama fare e anche cosa non ama fare, cosa lo fa sentire bene e cosa al contrario gli crea disagio, ansia, insofferenza, fastidio. Aiutiamolo a esternare queste sensazioni, a capire cosa lo farebbe felice e poi, dopo averlo ascoltato con interesse, diciamogli con tutta franchezza: sono felice che tu abbia le idee chiare, ora devi fare in modo che tutto intorno a te assomigli a ciò che ami fare, dedicati alle cose che ti rendono felice, allontanati da ciò che non ti piace e insegui il tuo sogno.
Avremmo così aiutato un giovane a scoprire cosa lo rende felice, cosa può e deve fare per seguire il suo sogno. Anche se la meta da raggiungere può essere lontana, difficile e magari può dimostrarsi, col tempo, non esattamente quella giusta. I sogni infondo possono essere sostituiti in corso d’opera. Inseguire il proprio sogno non equivale al raggiungimento di una meta, il percorso fatto è già un successo, un’esperienza di vita scelta in perfetta autonomia, che porta a dare uno scopo alla propria vita o a scoprire un nuovo sogno da seguire. Per noi educatori sarebbe come bere un alcolico: cadrebbero d’incanto i nostri freni inibitori, quelli che ci regala il nostro sterile “così si fa”.
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