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“la mania di lamentarsi è una grave miopia verso i problemi del prossimo, un’ingratitudine verso la vita e un’inutile perdita di tempo” Jennifer Delgado
- LAMENTARSI. C’è chi si lamenta solo per lo sfizio di brontolare un po’, qualcuno lo fa per autocommiserazione, altri per vittimismo o per il gusto di piangersi addosso. C’è chi si lamenta parlando del meteo, del governo, del traffico, del lavoro, dei chili di troppo o troppo pochi. Chi si lamenta di cose ormai passate, cioè accadute in una porzione di tempo già trascorso e per le quali non c’è più nulla da fare. Chi si lamenta del presente, di quegli eventi cioè che stanno accadendo proprio ora, nostro malgrado o per nostra volontà. Chi lo fa pensando al futuro, per cose che non hanno ancora avuto luogo. C’è chi lo fa continuamente, chi di tanto in tanto, chi solo perché lo fanno gli altri, per imitazione insomma.
Quante volte ti è capitato di incontrare qualcuno che non rivedevi da un po’ e che alla domanda “come va?” comincia a raccontarti delle “sue sfortune”, di “una routine che non funziona”, del governo, della crisi che avanza? Ti senti dire frasi come “se avessi fatto….”, “se avessi detto….”, “se la fortuna non fosse sempre altrove”, “se le cose non stessero così” e così via.
Che cosa cambia se ci si lamenta di ciò che non va? Forse si nutre la speranza che qualcosa potrebbe andare nel verso giusto? Lamentarsi non porta nessun beneficio ed è persino dannoso. La lamentela nasconde insicurezza, distoglie dalla soluzione e soprattutto è un’enorme mancanza di rispetto nei confronti di se stessi, di chi ci ha generato e che fa, o ha fatto, salti mortali per vederci felici e compiaciuti. Una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri amici e dei nostri colleghi che, costretti a starci a sentire, rischiano di restarne contagiati. Una mancanza di riconoscenza verso le cose che ognuno di noi ha, quelle che ci sono state donate con amore e anche quelle che abbiamo ottenuto con energia e forza, per le quali ci siamo battuti e per le quali dobbiamo ogni giorno lottare per evitare di perderle. Un’enorme ingratitudine e una “offesa”, non rimarginabile, per quanti sacrificherebbero la loro vita per vivere nella nostra anche un solo momento. E a guardar bene, ce ne sono tanti.
Se le cose stanno così, perché molti si lamentano di continuo? Insoddisfazione? Incapacità di dare colore alla propria vita apprezzandone le meraviglie?
Se imparassimo ad accettare le cose così come sono? Se non perdessimo tempo dietro le cose che non possiamo cambiare e agissimo invece di borbottare? Basterebbe sgombrare la mente, resistere alla tentazione di lagnarsi e dedicarsi anima e corpo alla risoluzione del ”problema”, alla ricerca della strada giusta per raggiungere il risultato che desideriamo ottenere.
– AGIRE forse costa energia ed è più faticoso? Vuol dire fare, compiere un’azione, operare in qualche modo, perché solo agendo si può aprire la porta che conduce alla meta che vogliamo raggiungere. Gli obiettivi sono ganci che lanciamo in avanti, si ottengono principalmente avendo le idee chiare sul da farsi, ma se ci limitiamo a lamentarci non avremo accesso alla chiarezza delle idee. Per ottenere un obiettivo devi decidere cosa è meglio fare, de-cidere, cioè tagliare via le cose che ti allontanano dall’intento, la prima cosa da tagliare è la perdita di tempo del lamentarsi.
Che possiamo fare?
Possiamo innanzitutto evitare di restare fermi, agire subito allo scopo di trovare una soluzione adatta al momento, all’occasione, al problema insorto. Dobbiamo parlarne con i più giovani, far capire loro che bisogna essere ottimisti e propositivi, che dinanzi a un ostacolo non bisogna fermarsi ma vedere le cose con positività, essere ottimisti, credere nelle prove che ci si presentano e affrontarle come sane sfide utili a renderci più forti, non dimenticare mai le proprie fortune, riconoscerle e goderne fino all’ultimo, operare delle scelte senza mai arrestarsi.
Di seguito riporto i 5 punti che il personal coach Alessandro Cozzolino suggerisce di affrontare:
- Cambia prospettiva: guardare la vita, le persone, le cose e gli eventi da diverse angolazioni e, anche quando il mondo sembra crollare addosso, c’è sempre una via d’uscita.
- Sostituisci la lamentela con la gratitudine: pensa a cosa in te va alla grande, ciò che nella tua vita ti riempie di gioia e dimostra gratitudine. L’ostacolo che ti si presenta ora molto probabilmente è un’opportunità per cui essere grata domani.
- Agisci per risolvere il problema: occorre agire, sporcarsi le mani, sudare per raggiungere risultati che cambiano la vita.
- Evita pensieri e parole negativi: quello che pensiamo e quello che diciamo, al pari delle azioni, plasmano la nostra realtà. Più pensi a cose belle, più ti esprimi con parole gentili, più bella e gentile sarà la tua realtà.
- Assumiti la piena responsabilità della tua (in)felicità: un detto tibetano dice “Se sei infelice, è colpa tua”. L’infelicità è il più delle volte legata alle tue scelte.
Tu cosa fai quando sorge un ostacolo? Ti proietti subito verso la soluzione con le spalle dritte o curvi la schiena e cominci a lagnarti?
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