OH CERTO CHE SI PUò FARE, BASTA VOLERLO, si può certamente passare dalla scuola che punisce alla scuola che gratifica, perché le cose buone fatte da ogni alunno/a sono certamente maggiori e molto più importanti di un compito in classe andato male o di una lezione non approfondita. Perché poi è di questo che deve trattarsi, di una lezione da approfondire, partendo dal presupposto che l’insegnante nella sua ora di lezione deve dare informazioni e far appassionare, non certo limitarsi a dare compiti da svolgere a casa prescindendo da cosa e quanto la classe ha appreso in quella ora di lezione. Ci sono insegnanti fantastici, anche loro sono tanti, magari non la maggioranza, ma sono più di quelli che non hanno preso sul serio questo lavoro. Apprezziamoli.
Se è vero che, come scrive lo psicologo Gianluca Lo Presti, è tempo che si passi dalla scuola delle punizioni (note sul diario, le giustificazioni per le assenze, i rimproveri per i compiti non fatti, i ricatti della gita o della ricreazione…) alla scuola delle gratificazioni in cui ci sia “tempo in più per la ricreazione, mini-gite premio, i premi sociali per i compiti fatti e per i giorni di presenza“, una scuola in cui i professori preferiscono note gratificanti da far recapitare ai genitori, tipo: “Oggi sono molto soddisfatto di Suo figlio”….
…..è anche vero che ci sono insegnanti capaci di farlo, che preferiscono dare ascolto alle cose buone e utili, dare importanza alla vita più che al voto. Questi insegnanti vanno gratificati, magari un “Grazie prof.” basterebbe per dargli una spinta a continuare in quella direzione, per non lasciarsi andare all’appiattimento generale. Tutti possono fare qualcosa, è tempo di cominciare a farlo con maggiore decisione.
In tutto ciò che riguarda l’educazione c’è sempre reciprocità.
Come vorresti che fosse la scuola? scrivilo qui sotto:
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