“La preghiera della rana” suggerimenti da A. De Mello
Tempo di lettura: 2 min e 30″
Nella prefazione di uno dei libri di A. De Mello “La Preghiera della rana”, una raccolta di storie, l’autore suggerisce di leggere un paio di storie per volta per poi prendersi il tempo di riflettere.
Credo sia il modo migliore per trarre il meglio da ogni lettura, lo suggerisco anch’io soprattutto se si tratta di storie, saggi, biografie di personaggi che hanno fatto la storia nel bene e nel male, suggerimenti o lezioni in genere.
Di seguito una sintesi di quanto è rimasto a me e che ritengo utile ai lettori di questo blog. Nulla di nuovo ma tornare su alcuni concetti di tanto in tanto non è di certo perdita di tempo: mai smettere di riflettere su concetti basilari.
– Consideriamo capricciosi i bambini
senza renderci conto che i loro “capricci” dipendono dai nostri ripetuti “no” alle loro richieste. Quei “no” detti per paura che si facciano male o perché in quel determinato momento non siamo in condizione di dar loro l’attenzione che chiedono.
Quasi sempre non è il nostro “no” a renderli capricciosi ma il modo in cui glielo diciamo: senza evitare toni perentori, senza dare una spiegazione, senza prenderci del tempo per parlarne e senza accertarci che abbiano capito.
– Siamo soliti lamentarci del fatto che la tecnologia
sta portando le nuove generazioni troppo in avanti, repentinamente e oltre le loro capacità, dimenticando che ogni epoca ha avuto giovani che si sono spinti oltre le loro capacità e lo hanno fatto correndo da matti, in relazione al periodo storico.
– E’ buona cosa chiedere ai giovani di imitare chi mette in atto buoni comportamenti
ma va loro ricordato che devono, prima di ogni altra cosa, accertarsi di avere la stessa disposizione dell’anima che ha spinto gli altri ad agire. Insomma non può imitare un comportamento, per buono che sia, se non lo sente con tutto se stesso, se non è cosa sua, se costa sforzo. Finirebbe per diventare una copia mal fatta.
– Ogni cosa va conosciuta e acquisita al momento giusto
e ognuno, bambino o adolescente, ha i suoi tempi che vanno rigorosamente rispettati. Sarebbe un errore, infatti, voler forzare la mano perché essi apprendano e conoscano tante cose prematuramente. La conoscenza – scrive De Mello in uno dei racconti – può essere pericolosamente prematura, il tempo giusto è quando essa va di pari passo con il discernimento che deve guidarne l’uso. Non si può, difatti, insegnare ad un bambino di 10 anni a guidare la macchina; egli probabilmente riuscirebbe a farlo senza alcun problema ma che uso sarà capace di farne di questo nuovo apprendimento (conoscenza)?
Lo stesso vale per tante altre cose, come camminare, parlare, scrivere, leggere, rimettere a posto la sua camera e svolgere attività dentro e fuori casa.
Se sei un educatore (genitore/insegnante/assistente/ecc.) e vuoi dare il meglio di te, devi rispettare i tempi del giovane che in questo momento si sta fidando di te.
Prima che egli si lanci in modo avventato, come la giovane età lo indurrebbe a fare, dovresti aiutarlo a capire se ciò in cui vuole imbattersi è effettivamente alla sua portata; e soprattutto non ti dar pena a volere che egli apprenda forzatamente una qualsiasi cosa, solo perché tu credi che sia il momento di farlo.
– Quando insegni, o scrivi, non devi risparmiati su nulla
né badare a spese, perché se i tuoi sforzi aiuteranno anche un solo ragazzo, ne sarà valsa la pena. Non puoi pretendere di essere un insegnante/educatore stimato e di vederti riconosciuto il tuo lavoro a scuola, se non usi la stessa dedizione e attenzione in casa e nel mondo fuori dalla scuola.
Questo e tanto altro in “La Preghiera della rana” di A. De Mello
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