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PIACERE o DOLORE?

16 Marzo 2016 by Tiziana Di Genova 1 Comment

piacere o dolorLa più importante lezione della vita è imparare che cosa ci procura piacere e cosa dolore. 

Tempo di lettura: meno di 3 minuti 

Piacere e dolore. “La più importante lezione della vita è imparare che cosa ci da piacere e che cosa ci da dolore”. Anthony Robbins in un capitolo del suo manuale di psicologia del cambiamento, “Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario”, scrive di quanto il nostro individuale modo di interpretare le cose, quelle che ci danno gioia e quelle che al contrario provocano dolore, abbia un’influenza decisiva nella nostra vita. Leggendolo ho ritrovato la ragazzina che ero, mi sono rivista a scuola, dove provavo estremo piacere nell’aiutare gli altri a risolvere piccoli problemi, questo ha fatto di me un’amica affidabile su cui contare in tante occasioni; allo stesso tempo provavo enorme dolore dinanzi alla sofferenza, la mia sensazione di malessere aumentava quando prendevo coscienza della mia impossibilità a eliminare la sofferenza. Tutto ciò che potevo fare era non provocare sofferenza e condizionare positivamente i comportamenti dei miei coetanei. Le cose non sono cambiate. E’ stata certamente la sensazione meravigliosa che provavo quando riuscivo ad aiutare qualcuno, insieme al mio dolore dinanzi al malessere altrui, a tracciare la mia strada. Ho provato sulla pelle che, come scrive Robbins, capire con chiarezza ciò che ci provoca infinita gioia, c33_1_1000osì come ciò che provoca malessere, è determinante per il nostro percorso di vita, stabilisce con precisione ciò che siamo, cosa sarà di noi, quale sarà il nostro contributo. Certo il posto in cui si nasce, gli avvenimenti esterni e l’estrazione sociale hanno la loro importanza, ma ognuno di noi può determinare la propria vita prendendo coscienza di ciò che produce un sentimento di vera soddisfazione dell’animo e ciò che, al contrario, genera una penosa sensazione di malessere.

Non sono gli avvenimenti esterni a contare maggiormente su di noi, ma è piuttosto il modo in cui interpretiamo tali avvenimenti a determinare quello che pensiamo di noi stessi e quello che saremo in futuro. A.R.

I giovani dovrebbero essere messi in condizione di adattare o trasformare uno spiacevole avvenimento fino a farlo diventare più piacevole e utile.

Come possiamo fare? Il loro comportamento è manipolato tanto dalle esperienze dolorose quanto da quelle piacevoli, ma non si può lasciare al caso la decisione di ciò che faranno della loro vita. I loro comportamenti, come i nostri, sono una reazione istintiva al dolore e al piacere. Non vorranno fare a meno di ciò che associano al piacere ed eviteranno tutto ciò che associano al malessere e solcheranno così la loro strada inevitabilmente. Sono poi le associazioni mentali a guidare la loro vita in questo o quest’altro modo. Bisogna insegnare loro a collegare al dolore gli atteggiamenti che vogliono evitare, e associare al piacere comportamenti che vogliono seguire.

La prima cosa da fare – prosegue Robbins – è aiutarli a “rendersi conto” del potere che dolore e piacere esercitano su ogni decisione e quindi su ogni loro azione. Guidarli a scegliere la loro meta, capire cosa vogliono realmente e cosa impedisce loro di seguire i propri sogni. Aiutarli a fare leva su se stessi, a capire perché un determinato comportamento produce malessere e come fare per evitarlo. Una volta individuato il comportamento negativo da evitare, bisogna interromperlo immediatamente. Come? Semplicemente smettendo di fare la cosa che si vuole cambiare, facendolo e basta, di punto in bianco, con una forte determinazione.

Chi ha un perché abbastanza forte, può sopportare qualsiasi come. Nietzsche

Individuata la direzione sbagliata di un comportamento, è necessario dirigersi altrove, cercando il modo per soddisfare le proprie esigenze in un modo nuovo. Va cercata un’alternativa che possa riempire il vuoto con qualcosa che produca sensazioni edificanti, qualcosa che sostituisca la vecchia abitudine, quella che procurava dolore. Per rendere il nuovo comportamento un’abitudine, la ripetizione ha un ruolo determinante, bisogna provare e riprovare fino a farlo diventare naturale.

Noi educatori possiamo dirlo, trovare le strategie per insegnarlo, ma più importante sarà renderli attori nel mutamento.

Dimmelo ed io dimenticherò. Insegnami e potrò ricordare. Coinvolgimi e io imparerò. B.Franklin

Piacere e dolore, quanto incidono nella tua vita?

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Filed Under: Letture Tagged With: dolore, educatore, gioia, lezione di vita

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