IL SILENZIO
Quando siamo in silenzio non possiamo ferire nessuno.
“Il silenzio è assenza di suono, di rumore, di comunicazione, fa parte della musica, del vita e delle relazioni umane. E’ intervallo tra le cose frenetiche della giornata, la pausa tra una canzone e l’altra, il passaggio tra l’ultima pagina di un capitolo e la prima del successivo. Il silenzio è espressione di pensieri e di emozioni. A volte è un modo per rilassarsi, a volte serve per riflettere su ciò che hai appena ascoltato o letto. Adoro il silenzio quando voglio dar vita alla magia del respiro e nient’altro, quando è un messaggio o una scelta. A volte arriva inaspettato, imposto dalle circostanze o dalla volontà di altri. Lo accetti, lo consideri una pausa necessaria. Aspetti che passi e poi aspetti che torni.
Il silenzio è una componente del tutto. Ci sono anche silenzi difficili, quelli che hanno un sapore amaro, sono quelli che stringono il cuore, che scavano un vuoto. Quel silenzio che non riesci a vedere come una pausa. Quello prodotto da una perdita o dalla fine di una abitudine che riempiva la vita. E’ quel silenzio che comincia da dentro e che avverti con il cuore mentre le orecchie continuano a sentire rumori, voci e suoni. Aspetti che passi e poi aspetti che torni”.
C’è un modo per educare al silenzio?
A scuola i docenti escogitano di tutto per tenere in silenzio i loro alunni e a casa i genitori pretendono il silenzio quando vogliono essere ascoltati.
Questo “silenzio” equivale a “tacere”, io invece intendo quella pausa più o meno lunga nella quale ritrovare se stessi, utile a metabolizzare qualcosa che è accaduto, a riflettere sulla lezione ascoltata o a ripensare ai nostri atteggiamenti e a quelli degli altri.
Un esercizio potrebbe essere quello di invitare i giovani a stare in silenzio per ascoltare i soli suoni della natura, ma anche i rumori nelle case o nelle strade.
Oppure invitarli a stare in silenzio nella ricerca della risposta giusta, prima che s’imbattano in una risposta affrettata.
Possiamo invitarli a respirare profondamente prima di iniziare a parlare e raccontare, a prendersi cioè qualche secondo per riorganizzare le idee prima di esprimere un concetto.
Un altro esercizio interessante è far sentire dei suoni diversi e sovrapposti e chiedere loro di ascoltarli con attenzione per distinguerli oppure far ascoltare della musica per verificare quali sensazioni suscita in loro.
Fare delle passeggiate nella natura o visitare luoghi sacri, dove il silenzio è d’obbligo, può aiutare i più giovani al rispettoso silenzio.
Educare al silenzio è necessario. Buona cosa è restare in silenzio durante la lettura ed evitare di ascoltare musica durante lo studio. E’ importante far sperimentare ai giovani come lo stare in silenzio aumenta la concentrazione.
Quando siamo in silenzio non possiamo ferire nessuno ma c’è un altro vantaggio, possiamo dare sfogo a qualsiasi fantasia, qualsiasi sogno.
Ci abbandoniamo a noi stessi ed è in questi momenti che creiamo il meglio di cui siamo capaci: troviamo soluzioni a problemi, risposte a domande, diamo una connotazione reale ai nostri sogni, li trasformiamo in progetti reali.
In silenzio riusciamo a dare valore al passato, a sentire il presente sulla pelle e a disegnare il nostro futuro.
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