
Questo libro è una lettera d’amore.La dimostrazione di come anche Socrate possa rendere migliore la nostra vita.
Ne parla in modo ironico Luciano De Crescenzo nel suo libro “Socrate” e anche in “Socrate e compagnia bella”. Libri da non perdere.
Come ci racconta anche Platone nel suo “Dialoghi”, Socrate utilizzava il metodo socratico o maieutica. Vediamo di che si tratta.
Se quel che si è detto di Socrate è vero, deve essere stato un grandissimo, egli immaginava un solo modo di comunicare, la maiuetica, l’arte della levatrice, del “tirar fuori”. Era dell’idea che la comunicazione tra allievo e insegnante dovesse basarsi sull’aiutare i giovani a tirar fuori pensieri assolutamente personali, a differenza di quanti volevano imporre le proprie regole usando la retorica e l’arte della persuasione (sofisti). Faceva, infatti, spesso ricorso a un modo di parlare conciso e deciso, in opposizione ai colleghi che prediligevano lunghi e noiosi discorsi anche per impressionare.
“Socrate fingeva di abbassarsi al livello culturale del discepolo, ponendogli domande e rendendolo partecipe delle proprie. Solo in questo modo e mediante il dialogo Socrate riusciva a fare il lavoro della “levatrice”. Come la levatrice porta alla luce il bambino, Socrate portava alla luce le piccole verità dal discepolo. La maieutica quindi non è l’arte di insegnare ma l’arte di aiutare “a tirar fuori”. La verità non è insegnabile perché è un sapere dell’anima; per questo Socrate non inculcava nei suoi “discepoli” le proprie idee, ma li aiutava a “partorire la loro verità“.” Questa sintesi, trovata su Wikipedia, la dice lunga sull’importanza di essere empatico (entrare in sintonia), di rispettare il pensiero dell’allievo e di fare le domande giuste.
E’ evidente che Socrate si basava fondamentalmente sul rispetto dell’interlocutore, completamente in linea con il mio valore primario: IL RISPETTO incondizionato.
Platone definisce il dialogo secondo Socrate, inconcludente, ma senza alcuna accezione negativa, poiché non si conclude mai con una verità assoluta, anzi la verità è sempre in discussione. Con il metodo delle domande brevi e delle risposte brevi, Socrate porta l’allievo alla consapevolezza di sapere di non sapere ma lo faceva rispettandolo profondamente.
Stiamo parlando di un uomo e del suo metodo educativo del periodo storico che va dal 470 a.C. al 399 a.C., poi sono passati secoli e oggi, numerosi pensatori, pedagogisti e mental coach parlano della necessità di non imporre regole in modo indiscriminato, di lasciare che l’altro (l’allievo) esprima se stesso, della necessità di non limitarsi all’insegnamento di nozioni ma di basare l’azione educativa sul rispetto dell’allievo che va a tutti i costi invitato a pensare con la propria testa.
Intanto, aver ignorato Socrate così a lungo, ha creato grossi danni all’umanità. Abbiamo “prodotto” giovani con sensi di colpa, avvezzi all’alcool, al fumo, alle droghe di ogni tipo, abbiamo prodotto insoddisfazione, frustrazione e altro ancora. A me piace vedere il bicchiere mezzo pieno, mi guardo intorno e vedo tanti ragazzi e ragazze che hanno avuto più fortuna dei loro coetanei più deboli.
Un modo per aiutare i più deboli deve pur esserci. Vedi cosa ne pensano esperti formatori.
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