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IL COSTO DELLA COERENZA
Avevo deciso che in agosto mi sarei vaccinata, seppur non troppo convinta.
Poi arriva l’obbligatorietà camuffata in un ridicolo “consigliato caldamente” che mi percuote forte il cuore, la testa e la coscienza.
Se mi vaccino ora sarebbe come accettare un’imposizione, qualsiasi sia la molla che la attiva. Per quanto buone possano essere le intenzioni è pur sempre un’imposizione.
Comincio a raccontarmela:
è l’unica cosa da fare per poter rientrare al lavoro, per poter viaggiare, per essere libera di incontrare chiunque all’aperto o in luoghi chiusi e, non ultimo, per non dover discutere con la stragrande maggioranza, direi la totalità, delle persone che gravitano intorno a me che mi chiedono di uniformarmi.
Mi fermo a riflettere, parlo con amici, medici e familiari che mi spiegano le loro ragioni e mi consigliano di vaccinarmi al più presto.
Ma non ho cedimenti considerevoli.
Mi chiedo e chiedo a tanti perché non si renda obbligatorio il rispetto per le idee altrui e chiedo anche quanto possano essere dannosi i non vaccinati per il resto della comunità. Ma non ho esaurienti risposte.
E’ una imposizione ed io devo prendere una decisione.
Sarò coerente. Esserlo, per me, è esattamente come essere autentici, essere in sintonia con alcune convinzioni e metterle in pratica. Ma restare coerenti, quando tutti ti chiedono di fare un passo indietro, ha un prezzo…. un prezzo alto, il costo della coerenza.
Sarò anche schernita, perderò la vicinanza e la stima di più di qualcuno, non potrò fare tante cose, dovrò rinunciare anche a qualcosa di importante, ma anche queste considerazioni non sono sufficienti a dissuadermi.
Ho voglia di restare coerente con i miei valori.
Tra questi c’è, su tutti, il rispetto a tutto tondo, per gli altri, per l’ambiente, per le cose e gli animali e soprattutto per me stessa.
Non rispetterei me stessa se mi apprestassi a beffeggiarmi delle mie convinzioni, di quel “pacchetto” in cui ho messo con cura, negli anni, tutti i miei migliori principi, gli stessi che mi hanno portata ad essere quella che sono ora.
Tra tutti il riconoscermi in ciò che dico e che faccio.
Se non agissi secondo coscienza e coerenza non mi riconoscerei.
Perderò forse qualche amico e forse il lavoro, sarà un costo molto alto da pagare, è il costo della coerenza. Ma sono pronta ad espormi senza scudi, accada quel che deve accadere.
Io resto coerente perché non voglio dovermi piegare, continuerò ad essere felice pur dovendo rinunciare a tante cose, perché come diceva Gandhi:
“la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici, e ciò che fai sono in armonia” senza se e senza ma.
Sono pronta a tutto. Se mi piegassi all’incoerenza sarebbe come accettare che qualcosa non va più nel mio sistema di valori.
E a questo non sono pronta.
“Le persone autentiche si assumono la responsabilità di ciò che sono e si ritengono libere di essere ciò che sono” -Jean Paul Sartre-
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