Diventa un docente evoluto
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Giancarlo Fornei nel suo librino Come mantenere viva l’attenzione in aula regala 17 consigli pratici per gestire al meglio una classe e coinvolgere i ragazzi (a fronte, ma anche a distanza). Diventa un docente evoluto.
In particolare cita quali sono le cose da non fare mai, alcune tecniche per iniziare la lezione alla grande, come trasferire saperi e quale linguaggio usare.
Tra le cose da non fare mai
Tra le cose da non fare mai usare il telefonino in classe perché, si sa, i ragazzi imitano ciò che vedono fare; ma anche stare seduto dietro la cattedra è sconsigliabile, perché crea barriere; criticare o rimproverare un alunno davanti alla classe, perché la critica suscita risentimento e, se necessario, è preferibile chiamarlo fuori dall’aula; mai mettere in discussione le regole stabilite all’interno della classe, questo renderebbe qualsiasi docente incoerente, con il rischio di perdere la necessaria autorevolezza che passa proprio dalla coerenza tra quello che si dice e quello che si fa.
Suggerimenti per iniziare la lezione
Cominciare con una domanda che stuzzichi la curiosità, far parlare i ragazzi e poi collegare l’argomento di cui si intende parlare; fare un’affermazione seguita da una domanda: “……(affermazione) ….” e poi “secondo voi di cosa sto parlando?”, per stimolare la curiosità e accendere l’attenzione;
o usare una citazione famosa per chiedere ai ragazzi se ne conoscono l’autore e cosa significa; oppure iniziare scrivendo alla lavagna una data importante, un numero, una percentuale per chiedere ai ragazzi di cosa si sta parlando e ricondurli all’argomento del giorno;
si può anche iniziare con una storia vera o un’esperienza diretta dell’insegnante, perché le storie sono coinvolgenti e creano attenzione di tutto il gruppo classe;
un’altra tecnica simpatica ed efficace è lo scambio di ruoli, stabilire l’argomento con qualche giorno di anticipo e individuare due alunni che prepareranno la lezione per spiegarla alla lavagna mentre l’insegnante siede al loro posto.
Per trasferire saperi coinvolgendo
Il docente evoluto è capace di distinguere trasferire saperi e insegnare; il docente tradizionale trasferisce nozioni, il docente evoluto aiuta a trovare soluzioni, trasferisce saperi coinvolgendo gli alunni, favorisce processi di ragionamento e riflessione.
Utile usare il brainstorming per far fluire liberamente immagini, idee e concetti attorno ad un tema e costringe all’uso del cervello;
il Case history che aiuta a mettersi nei panni dell’altro;
o anche il Problem Solving che apre la mente dei tuoi ragazzi e facilita il processo di apprendimento attraverso il ragionamento e l’analisi;
per finire l’uso delle metafore, del linguaggio figurato, perché la metafora ha una capacità notevolmente maggiore di aiutare la comprensione e l’apprendimento delle cose, le metafore sono un insieme di immagini e sensazioni, aprono la mente riescono a spiegare meglio delle parole, rappresenta uno strumento di comunicazione molto efficace, sono facilmente memorizzatili e associabili.
Usare il giusto linguaggio potenziante
Eliminando gli avversativi “ma e “però” e sostituirli con“anche se”, per esempio: sei stato bravo “ma” puoi fare di meglio (in questo caso al ragazzo rimane in mente la seconda parte, quella negativa); sei stato bravo “anche se” puoi fare di meglio (in questo caso il ragazzo ricorda la prima parte della frase, quella positiva);
nelle domande che poni elimina il “perché” che indispone e invita a trovare una scusa, infondo ad un educatore non dovrebbe interessare la risposta ad una domanda del tipo “perché non studi’” o “perché arrivi sempre in ritardo”, dovrebbe invece interessare la correzione del comportamento e questo lo si può fare sostituendo “perché?” con un decisamente meno invasivo “come mai?”;
usare “come mai” fa percepire al ragazzo che siamo interessati a lui, che siamo preoccupati, che vogliamo capire per aiutarlo a cambiare il suo comportamento, come farebbe un amico;
eliminare la negazione “non” in quanto il cervello di tutti noi cancella il “non” e lascia impresso solo ciò che viene dopo, quindi quando diamo un comando e non siamo ascoltati molto probabilmente è perché il comando è sbagliato.
Dobbiamo imparare a dire quello che vogliamo che facciano e non quello che “non” vogliamo da loro. Comunicare bene significa produrre un comportamento!
Tutte le conoscenze del mondo, non valgono nulla se il “docente” non si adopera per trasferirle nel migliore dei modi a qualcun altro.
Riesci a immaginare come potrebbe essere una scuola composta per la maggior parte di docenti evoluti? Che grande trasformazione epocale sarebbe.
Un libro breve, chiaro e risolutivo, gli esempi pratici lo rendono immediatamente fruibile, decisamente da leggere.
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