DIARIO personale
Tempo di lettura: 3 min.
A fine ottobre 2017 ho chiesto ad alcune convittrici di scrivere i loro pensieri su di un quaderno, una sorta di diario personale.
Ho chiesto loro di scrivere un diario senza sentirlo come un compito da fare a casa o come un dovere, ma solo con l’intento di riscoprire il piacere di raccontarsi.
L’obiettivo principale di questa attività è far diventare una abitudine la capacità di esprimere le proprie sensazioni e le proprie emozioni.
A fine anno ho raccolto i quaderni/diari.
Alcune mi hanno restituito il diario in bianco, non avevano nulla da dire, nulla da raccontare; altre hanno confessato la loro difficoltà a mettere su carta le loro sensazioni e le loro emozioni.
Le convittrici che hanno scritto qualcosa hanno definito la vita convittuale come un momento in cui rinforzare i legami.
“Ogni giorno – hanno scritto – in convitto si vivono più o meno le stesse cose, con le stesse scadenze, gli stessi orari da rispettare, le solite regole da seguire, ma è una magia vivere in condivisione”.
“ Le giornate passano – scrive una di loro – e le amicizie si rafforzano”.
“A fine anno, dopo aver condiviso la stessa stanza – si legge in più punti – inevitabilmente la conoscenza si fa approfondita, si impara a condividere tutto, non solo lo spazio”.
Non hanno negato le difficoltà e le incomprensioni con le coetanee e con le educatrici, hanno persino raccontato di discussioni gestite a brutto muso e di profonde delusioni ma, scrivono: “l’amicizia, la pazienza e la volontà fanno da collante e vincono su tutto”.
“L’amicizia è più forte – si legge spesso – e persiste su tutto”.
Hanno imparato a rispettarsi, a tollerare l’intollerabile e, nei momenti di difficoltà di una di loro, non hanno esitato a fare cerchio intorno a lei e l’hanno sostenuta e protetta ad ogni costo, mostrandosi disposte a tanto, insieme.
“In convitto i rapporti si fanno più intimi e più forti – dicono – si cementano”.
Condividere gli spazi, vivere collettivamente i problemi di ogni singola compagna, assistere al loro stesso cambiamento tipico dell’età, ha reso i loro rapporti profondamente veri e sinceri.
Misurarsi in attività manuali, fisiche, teatrali e creative in genere, ha facilitato la crescita di ognuna di loro, giorno per giorno, superando inibizioni e iniziali paure, anche se la paura di mettere su carta le loro emozioni non demorde e ha frenato più di qualcuna.
Tutto sommato una buona esperienza per quelle che ci hanno provato e l’hanno fatto, ne sono di certo uscite arricchite.
“Scrivere un diario è un viaggio dentro noi stessi.” Christina Baldwin.
Far diventare una abitudine scrivere il proprio diario personale aiuta a fare riflessioni su se stessi e all’autodisciplina; inoltre è un momento dedicato solo a se stessi, migliora la creatività.
Per farlo bisogna scegliere un momento preciso della giornata, per esempio prima di andare a dormire; basta buttare giù i propri pensieri, descrivere le emozioni che alcune situazioni della giornata hanno prodotto; non è importante scrivere in modo impeccabile, il diario è tuo e non lo leggerà nessuno se non sarai tu a volerlo; è importante soprattutto perché, rileggerlo aiuta a conoscersi, a valutare come comportarsi e a rendere chiaro ciò che apparentemente non lo è.
Scrivere è importante quanto leggere, invitiamo i nostri giovani a tenere un personale diario e li vedremo presto più riflessivi e più maturi.
Leggi qualche consiglio.
Leggi anche l’interessante parere del dott. Filippo Ongaro
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.