Si possano cambiare anche le situazioni più difficili?
Cambiare si può? Rendere diverse le cose che viviamo e che non ci assomigliano? Non serve che passino anni, e neanche avere fortuna, per trasformarsi o assumere un aspetto differente, per vivere in modo diverso o per fare andare le cose in un’altra direzione. Serve individuare la via e cominciare a percorrerla. Ora. Serve determinazione.
Siamo educatori e quello che dobbiamo fare è “alimentare nei nostri giovani la convinzione che sono in grado di cambiare anche le situazioni apparentemente difficili”.
Frasi come: “le cose stanno così”, “così va il mondo”, “non posso farci niente”, “non ci riesco” e così via, vanno completamente abolite, spazzate via, cancellate dal nostro vocabolario. Se non le usiamo, i nostri giovani non le ripeteranno. Utilizziamo le nostre energie per creare ciò che vogliamo e per combattere e cambiare ciò che invece non desideriamo o immaginiamo diverso. Si può fare. Ci vuole determinazione.
Un esempio di determinazione si coglie nel film Suffragette, la storia vera di una ventiquattrenne determinata a cambiare le cose. Di seguito un’interessante recensione di Annalisa Zanierato.
“Un pugno alla pancia, al cuore, alla ragione” così un’amica, dopo aver visto il film Suffragette, mi descriveva il suo stato d’animo. E così titolo la recensione, perché questo film rende bene come la lotta per ottenere il diritto di voto sia stata lunga ed estremamente dura. “Suffragette” è la storia di alcune donne britanniche che nei primi anni del Novecento lottarono per ottenere il diritto al voto. In particolare è la storia di Maud Watts, una donna di ventiquattro anni che lavora nella lavanderia industriale di Mr. Taylor, uomo senza scrupoli che abusa quotidianamente delle sue operaie. Siamo a Londra, nel 1912 e gran parte del lavoro pesante è affidato alle donne: turni massacranti, abusi di potere, ricatti psicologici. Maud non pensa possa esistere un’alternativa a quella vita, fino a quando l’incontro casuale con alcune “suffragette”, gruppo di donne che stanno protestando per il diritto di voto, convince la ragazza che ci sia possibilità di battersi per un mondo migliore. Le suffragette combattono per i loro diritti, ignorate dai politici, picchiate durante le manifestazioni, arrestate, maltrattate e umiliate da mariti e familiari furiosi per la loro ribellione. Perché è proprio questa ribellione che destabilizza il sistema e mette in discussione una realtà sociale e politica collettiva basata sull’inferiorità “naturale” della donna. Un aspetto del film che ho amato è stato l’utilizzo della luce: le donne sono mostrate sempre in ambienti privi di luce, in luoghi tetri, poiché non ci sono sole e calore nelle case e sui posti di lavoro ma solo violenza e freddezza e poiché il buio rappresenta la civiltà ottusa in cui sono costrette a vivere. E quando il movimento delle suffragette fiorisce la regista riutilizza la luce, esplodono i colori, il sole, i cieli, le riprese all’esterno, quasi come simbolo di libertà. Suffragette non si limita a raccontare la vicenda di queste donne, ma è un film che riesce a farci riflettere sullo stato attuale delle cose e sui diritti civili troppo spesso negati dalla nostra società, ancora oggi basata su diversità e inferiorità. E ci si adegua, si accetta questa situazione e tutto diventa “normale”, perché la realtà è questa e nessuno può cambiare le cose. Madri. Figlie. Ribelli. Recita così il poster del film, in lingua originale. E ribelliamoci alle cose non giuste! Facciamo valere i nostri diritti, la nostra libertà di individui, le nostre diversità. Facciamo vedere questo film nelle scuole, sperando possa essere un esempio e uno stimolo al “non accontentarsi” sperando che la coraggiosa determinazione delle suffragette alimenti nei nostri giovani la convinzione che si possano cambiare anche le situazioni più difficili.
“Alimentare la convinzione che si possono cambiare anche le cose difficili”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.