ATTACCAMENTO
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Perché dobbiamo evitare l’attaccamento come fosse un virus mortale?
Più ti attacchi alle cose o alle persone più ti allontani da loro fino a perderle.
Faccio un esempio: immaginiamo l’attaccamento alle cose come uno spasmodico voler a tutti i costi tenere qualcosa stretta stretta nelle nostre mani, come fosse nostra proprietà e di nessun altro, come non potessimo e volessimo mai più farne a meno.
Ecco, immaginiamo ora di prendere qualsiasi cosa sul palmo della mano, l’attaccamento è paragonabile alla mano che si chiude con l’intento di voler ferrare e non mollare la presa per nulla al mondo.
Parliamo di cose piccole, quelle che puoi tenere sul palmo della mano, le grandi invece, come è ovvio, le puoi solo ammirare stando distante, più sono grandi e maggiore sarà la distanza necessaria se vorrai goderne della vista.
Bene, ma torniamo alla nostra mano, qualsiasi sia la “cosa” che vuoi tenere stretta nel tuo pugno, pensa a una farfalla o ad un pezzo di vetro o di plastica o di qualsiasi altro materiale, sabbia o acqua, se chiudi quel pugno essa finirà per asfissiare o si romperà, si sbriciolerà, ti ferirà o scivolerà via fino a dissolversi completamente.
Le cose non cambiano se l’attaccamento è rivolto ad esseri viventi.
Le relazioni durature e sane sono quelle alle quali dai la giusta distanza che ti permette di osservarle e riempirti gli occhi d’amore e meraviglia, quelle che, metaforicamente, puoi tenere sul palmo della mano aperta, senza mai chiudere il pugno.
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