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Amare il riflesso di se stessi
Dici di essere innamorato solo quando il tuo amore è rivolto agli altri: “mi sono innamorato di …..” o “sono felice perché mi sono innamorato” o peggio “lo/a amo più di me stesso/a“
In realtà l’amore riguarda la propria esistenza, non quella legata agli altri. Come potresti amare qualcuno davvero se non sei innamorato principalmente di te?
Puoi realmente dire di essere capace di amare quando sai cosa significa ma se non ne fai esperienza su di te non ne avrai mai un’idea.
Amare è voler bene, provare un sentimento d’affetto forte, il contrario è detestare; essere innamorati è desiderare ma anche essere interessati, il contrario è infatti trascurare.
Puoi perdere interesse per qualcuno, non desiderare la sua presenza, trascuralo in qualche modo, ma non puoi disinteressarti di te; puoi anche provare un sentimento di odio verso qualcun altro ma non puoi detestare te stesso.
Perché gli altri vengono e vanno e possono essere sostituiti, tu no.
Al massimo puoi trascurarti per qualche tempo perché preso da mille cose da fare, è irragionevole ma lo facciamo tutti. Chi può dire di non averlo fatto almeno una volta? Diventa patologico però se evolve in uno stato di continuità.
Se non sei in grado di prenderti cura della tua persona come puoi pensare di riuscire ad occuparti di altri? Così come…. se non ti ami smisuratamente non puoi capire se sei veramente innamorato di qualcun altro.
Perciò non puoi consapevolmente dire di essere innamorato quando il tuo amore è rivolto ad altri, puoi farlo invece quando quell’amore riguarda dapprima la tua esistenza, quando ami cioè ogni cosa che fai, che pensi e che dici; quando ami stare con te stesso, il tuo modo di camminare e la tua immagine riflessa da qualche parte, specchi, vetri e vetrine dei negozi, e lo fai a prescindere dagli altri che mai saranno il tuo costante riflesso anche quando avranno il tuo amore e te ne daranno tanto.
Tu sei l’unico costante riflesso di te stesso ed è da lì che devi partire.
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